sabato 1 giugno 2013

Le protezioni


"Come mai inventare qualcosa di meglio di questa Columbiad di novecento piedi! Quale corazza resisterebbe mai a un proiettile di trentamila libbre! Nicholl a bella prima rimase attonito, annichilito, sfracellato sotto simile «colpo di cannone», poi si rialzò, e risolse di schiacciare la proposta sotto il peso de' suoi argomenti. "
 Dalla Terra alla Luna, Jules Verne, pagina 81, capitolo Un nemico sopra venticinque milioni d'amici.


INDICE
  1. Concealement
  2. Uniformi
  3. Protezioni per i veicoli
  4. Le cariche cave

Dopo aver parlato di come funzionano le armi e quello che le riguarda, mi sembra appropriato parlare un tantino di quelle che sono le protezioni sviluppate nell'ambito degli eserciti per difendere i propri soldati dai proiettili nemici.

Queste "difese" possono essere categorizzate in base alla loro funzione, che possiamo chiamare concealement e cover. Uso termini inglesi perché non ho trovato un equivalente altrettanto stringato in italiano; una traduzione potrebbe essere individuata in "mimetizzazione" e "copertura" rispettivamente.
Per concealement intendo tutte quelle parti dell'equipaggiamento di un soldato che possono ridurne la visibilità sul campo di battaglia, prima fra tutte la mimetica. Questa non è un'invenzione particolarmente antica, in quando l'uso di mimetizzazioni risale solamente agli anni delle guerre civili inglesi (dunque intorno al Diciassettesimo Secolo). Prima di allora gli eserciti vestivano i propri soldati con colori delle uniformi particolarmente sgargianti, in quanto aiutavano i capitani ad individuare le differenti unità sul campo di battaglia in assenza di strumenti di comunicazione più efficienti. La mimetizzazione venne introdotta specialmente dalle unità di tiratori scelti ribelli che l'esercito inglese dovette combattere durante la Guerra Civile come durante l'Indipendenza americana: i primi infatti utilizzavano vestiti di colore adatto a nascondersi nella vegetazione, dalla quale poi tiravano sugli ufficiali nemici.

Al giorno d'oggi, invece, vengono studiati pattern e motivi sempre più complessi e diversificati per i vari ambienti d'uso: ovviamente, una mimetica ottima nella boscaglia non può sperare di avere le stesse performances in un ambiente urbano, dove i colori sono sicuramente differenti da quelli di un bosco frondoso.

Nell'ambito del concealement si potrebbero far rientrare anche tutti quegli strumenti utilizzati dai veicoli per nascondere o modificare la traccia che i nemici possono rilevare. Ne sono un esempio i vari aerei stealth, che utilizzano vari generi di accorgimenti ingenieristici con lo scopo di ridurre al minimo la tracciatura radar, oppure di fornirne una fittizia al ricevitore.

Con copertura solitamente si parla di qualunque cosa si trovi sul campo di battaglia, oppure si possa utilizzare (quali tronchi, macerie, edifici o altro), in grado di proteggere il soldato dai colpi nemici. Con soppressione, invece, si descrive un tipo di fuoco diretto sul nemico volto al ridurre al minimo le sue possibilità di svolgere la sua missione: questo viene solitamente ottenuto con l'uso di armi con un alto rateo di fuoco (colpi al minuto) e in grado di sostenere un fuoco sostenuto per un certo tempo.

Stahlhelm
Uniformi
Per quanto riguarda un fante, la parte probabilmente più importante del suo equipaggiamento si trova nel suo elmetto, ovvero quel casco realizzato in acciaio o in materiali compositi indossato per proteggere il capo da shrapnel, proiettili o altre minacce in generale per il cranio dell'utilizzatore. L'elmetto si è diffuso principalmente nel corso della Prima Guerra Mondiale, durante la quale la protezione dei soldati nelle trincee venne effettivamente studiata. Nel corso degli anni la foggia e i materiali di cui sono fatti questi elmetti si sono evoluti in maniera notevole, producendo vari modelli dal fattore protettivo particolarmente elevato. Uno dei più efficaci da questo punto di vista è il tedesco Stahlhelm, l'elmetto utilizzato dall'esercito nazista nel corso della seconda guerra mondiale. Tale elmetto aveva un design tale da essere stato poi utilizzato come modello per gli attuali modelli diffusi in numerose forze armate nel mondo.

A proposito degli elmetti utilizzati dalle forze armate USA, riporto il seguente link, che ne descrive la storia dalla Grande Guerra ad oggi:

Un'altra parte fondamentale dell'equipaggiamento protettivo è il giubbotto antiproiettile, realizzato con componenti resistenti agli urti (solitamente oggi si usa il kevlar, una fibra sintetica con una resistenza alla trazione di 5 volte superiore all'acciaio (fonte). Tale materiale permette una migliore resistenza nei confronti dei proiettili normali, assorbendo i colpi per deformazine, mentre non è comunque una difesa sufficiente nei confronti dei proiettili perforanti e delle armi corpo a corpo. Per ovviare a questo, vengono spesso aggiunte piastre in lega leggera in modo da migliorare la resistenza in questi confronti.

L'uniforme di un soldato moderno include vari accorgimenti per ridurre le possbilità di essere visti e per aumentare la "survivability" del soldato in situazioni di pericolo. Per esempio, la ACU americana include tecnologie volte al ridurre la traccia infrarossa del soldato, mimetizzandolo dal punto di vista termico, così come impiega reagenti chimici antifiamma per prevenire ustioni troppo gravi.

Brevetti su questo argomento:
EP 0993255 A1 materiali realizzati per le uniformi dei marines
WO 1998019130 A2 brevetto di un giubbotto antiproiettile militare

Protezioni per i veicoli
Ritornando ai veicoli, anche questi sfruttano la cover che si può trovare sul terreno, anche se coprire un veicolo di varie decine di tonnellate risulta comunque difficile. Solitamente, i veicoli da combattimento più avanzati includono diversi dispositivi passivi di protezione, quale la corazza reattiva ERA o le successive evoluzioni. Queste protezioni sono progettate per ridurre l'efficacia degli attuali proiettili anticarro, detti HEAT o HESH a seconda del tipo, che penetrano la corazza utilizzando diversi principi. La corazza ERA è composta da panetti esplosivi che detonano quando colpiti, deviando quindi il colpo nemico dalla traiettoria e riducendone l'energia cinetica direttamente impiegata nell'impatto. Il problema principale di questi "panetti" risiede proprio nel loro essere esplosivi, cosa che preclude l'impiego in alcune sezioni sensibili del carro (come sopra il motore) e risulta essere pericolosa per i fanti che si trovano nei paraggi del carro quando la corazza esplode.

Contromisure lanciate da UH60

La cover nei veicoli e nei velivoli ha alcuni punti in comune, specialmente per quanto riguarda le contromisure attive per ridurre o neutralizzare una minaccia nemica (rispettivamente, softkill e hardkill). Categorizzate come softkill sono le contromisure elettroniche, destinate a impedire il tracciamento con mezzi termici ed elettronici del veicolo. Tali contromisure solitamente sono prodotte dalla espulsione di chaff o di fumogeni in caso di veicoli terrestri oppure con i cosiddetti flare sui veicoli. Le contromisure hardkill, invece, sono pensate per distruggere completamente la minaccia in arrivo, la quale solitamente è un missile balistico o a corto raggio: in genere, contromisure hardkill sono cannoni antiaerei a ripetizione (vedi CIWS) o lanciamissili a corto raggio. 

Brevetti su questo argomento:
EP 1342047 B1 "Infra-red emitting decoy flare"
EP 0898692 A4 "Munitions using infrared flare weapon systems"


Le cariche cave
Pensando a qualcosa di più "usuale", come una corazza in piastre d'acciaio balistico, si scopre di come sia in realtà pressochè inutile contro qualunque arma progettata espressamente in un ruolo anticarro. Infatti, un semplice lanciarazzi RPG (arma diffusissima nei punti caldi del globo) è in grado di perforare vari centimetri d'acciaio, riversando all'interno del veicolo un getto di metallo fuso che incendia tutto ciò che si trova sulla sua strada. Questo è possibile grazie al design dell'arma, che usa proiettili a carica cava. Tali proiettili sfruttano il cosiddetto Effetto Munroe, dal nome dello scopritore, che lo individuò già alla fine dell'Ottocento. Si potrebbe dire che, prima ancora dell'invenzione dei carri armati, ci fosse già un'arma in grado di contrastarli efficacemente. Più precisamente, l'esplosione di un proiettile a carica cava concentra l'esplosione in un getto estremamente sottile e ad altissima pressione, in grado di fondere il metallo (in alcuni razzi si ha anche la presenza di un liner, ovvero di un rivestimento metallico che viene fuso e sparato dentro il veicolo dall'esplosione). Questo rende le corazzature in acciaio pressoché inutili e ha stimolato lo sviluppo delle contromisure descritte prima. Attualmente si usano corazze in materiali compositi, più leggere e quasi altrettanto resistenti.

Concludendo, si può dire che per ogni innovazione nelle armi è stata prodotta una adeguata (o meno) contromisura. Tale "gara" va sempre avanti, così come va avanti l'evoluzione delle armi e delle armature.

Per quanto riguarda le difese fisse e le fortificazioni, rimando a questo post, per i mezzi di offesa (cannoni e proiettili) ai rispettivi link.
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