giovedì 11 aprile 2013

Le fortificazioni: dai torrioni alle casematte


 INDICE
  1. Le macchine nevrobalistiche
  2. La nuova architettura
  3. Bunker e casematte
Riprendendo il discorso fatto dal professore nella lezione del 10 aprile, inizio qui a descrivere come la diffusione dei cannoni sulle armi da fuoco abbia profondamente modificato l'arte delle fortificazioni: parlerò della loro evoluzione nel corso dei secoli, necessaria per fronteggiare armi da fuoco sempre più potenti. Ho anche realizzato un post approfondito sulle protezioni usate da soldati e veicoli.


Se, inizialmente, si trattava di costruire mura il più alte possibile in modo tale da "tenere fuori" i proietti scagliati da tutte quelle macchine macchine (macchine, non "ingegni" perché utilizzate per la guerra e dunque non cavalleresche) che si basavano fondamentalmente su vari metodi di proiezione a molla, dette anche macchine nevrobalistiche, a partire dal Medioevo e quindi sempre di più nei secoli successivi la tendenza fu opposta, ovvero rafforzare i bastioni sempre di più, in modo tale da riuscire a resistere all'energia cinetica delle palle. 

Trabucco



Le cosiddette macchine nevrobalistiche (baliste, catapulte, trabocchi, onagri e simili), mutuate in alcuni casi dal mondo romano, anche se ritrovate in varie forme in tutto il mondo, erano in grado di scagliare il loro carico su una traiettoria particolarmente arcuata. Tale traiettoria era tale da scavalcare le mura e incendiare la città al loro interno (si potrebbe dire che in questo venissero utilizzate con le stesse modalità degli attuali obici).  La costruzione dei mura sempre più alte serviva appunto a scongiurare tali effetti.

Per potersi opporre a queste armi d'assedio, infatti, le città si fortificavano con  mura e torri, solitamente cercando di raggiungere un'altezza tale da impedire ai proiettili di oltrepassarle, oltre che colpire gli attaccanti già da prima che questi fossero a distanza di tiro: si potrebbe definire questo periodo come "epoca dello scudo", in cui l'energia cinetica dei proiettili non era sufficiente per far crollare le mura e si tentava invece di danneggiare tutto ciò che stava al di là di esse, allo stesso modo di uno scudo che si limita ad deviare il colpo senza assorbirlo. 

Con l'introduzione del cannone l'intera idea delle fortificazioni iniziò a mutare in modo radicale: i cannoni erano in grado di scagliare i loro proiettili in pietra e successivamente in ferro con una forza tale da far crollare qualunque fortificazione, semplicemente danneggiandone la base. Le torri, in particolare, risultavano essere un pericolo per chi si trovava al loro interno, così come per chi si trovava nei paraggi in caso di un colpo riuscito da un'artiglieria fuori città: per questa ragione, si può notare come con la diffusione del cannone le torri vennero progressivamente eliminate dalle difese cittadine. 

Come detto, l'effetto di un cannone in una città con mura risalenti ancora all'epoca precedente era quello di far crollare le mura colpendone ed indebolendone la base: le prime bombarde erano infatti montate su affusti fissi, questo perché perché non era necessario alzare la canna per colpire oltre le mura; non essendoci tra l'altro la necessità di assestare il pezzo dopo ogni colpo, un singolo cannone poteva risultare estremamente deleterio per un tratto di muro realizzato ancora secondo i dettami dell'epoca precedente: la possibilità di avere un affusto fisso permetteva infatti di risparimare il tempo necessario a riassestare la mira. La produzione di armi che potessero sparare dentro le mura dovette attendere il XVIII secolo con l'introduzione degli obici e dei mortai.


Forte stellato
Si può dire che il primo vero architetto di guerra sia stato Francesco di Giorgio, ingegnere alla corte di Federico da Montefeltro ad Urbino. Con Francesco di Giorgio, per la prima volta in Italia, le mura di una città vennero progettate secondo i canoni che sarebbero stati successivamente adottati per tutte le fortificazioni successive. Stiamo infatti entrando in un'epoca che si potrebbe descrivere come del sacchetto di sabbia: in questo periodo le mura vengono disegnate in modo tale da essere in grado di attutire i colpi dell'artiglieria nemica, senza spezzarsi e crollare in modo rovinoso. In questo periodo le mura venivano infatti realizzate partendo da terrapieni, in alcuni casi ricoperti da lavori in  muratura; in ogni caso, la tendenza era verso il basso: le mura e le fortificazioni diventavano sempre più ridotte e sfuggenti, in modo da attutire o deviare al meglio i colpi nemici. Tale stile nelle fortificazioni è rimasto pressoché invariato (se non lievemente migliorato) fino alla Prima Guerra Mondiale: la carneficina di Verdun si realizzò davanti al sistema di fortezze che circondavano questa città.
Questo stesso principio viene adoperato anche oggi con qualcosa di così semplice come una protezione realizzata con sacchetti di sabbia: questi, essendo dotati di un notevole attrito interno, tendono a rallentare moltissimo qualunque oggetto estraneo che li colpisca (per esempio, un proiettile o uno shrapnel dell'artiglieria). 


Con la diffusione del cemento armato (precedentemente utilizzato solo in ambito civile), fu possibile costruire rifugi in grado di resistere ad impatti diretti da bombardamenti di intensità sempre maggiore. Bunker e casematte in cemento punteggiavano ogni fronte, sia aperto che in previsione di attacchi, come nel caso della "Fortezza Europa" hitleriana: la possibilità di costruire edifici completamente in cemento ha praticamente standardizzato le forme delle difese fisse in ogni fronte. Tali difese vengono realizzate in modo tale da presentare diversi generi di protezione a chi si trova al loro interno, permettendo al contempo di rispondere adeguatamente agli attaccanti. Per dare un'idea della resistenza di tali strutture si può guardare una foto del promontorio normanno Pointe du Hoc, rimanendo in tema di Fortezza Europa: nonostante il paesaggio sembri letteralmente lunare,  quello che stupisce è come alcune strutture siano riuscite a resistere al bombardamento che si è scatenato su quella che doveva essere una delle batterie di artiglieria più pericolose delle zone dello sbarco. Le opere più importanti di quest'era sono probabilmente le fortificazioni della Linea Maginot al confine tra Francia e Germania e la già nominata "Fortezza Europa", ovvero una (immaginaria) linea fortificata che si doveva estendere tra i confini spagnoli e quelli norvegesi, in modo tale da scongiurare ogni invasione.

Questo per quanto riguarda le difese statiche, per quanto riguarda le protezioni usate da soldati e mezzi rimando a questo post, altri post correlati riguardano il cannone e il proiettile, mentre per delle descrizioni più approfondite sulle macchine nevrobalistiche suggerisco questo blog.

Fonti visitate il 5-06-13
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