mercoledì 29 maggio 2013

Storia cronologica delle armi da fuoco portatili


In questo post riporto una serie di date (o periodi di tempo) di una certa importanza per quanto riguarda la storia delle armi da fuoco. Buona parte delle informazioni provengono dal sito www.earmi.it, precisamente in questa fonte, con alcune integrazioni da altri siti.

La cronologia è risultata molto più corposa di quanto avessi immaginato, quindi per qualcosa di più conciso dimando a questa cronologia breve


La storia delle armi da fuoco ha i suoi albori nei razzi utilizzati in Oriente (più precisamente in Cina) già intorno al 300 a.C., sebbene venissero utilizzati solo per intrattenimento (dei precursori degli attuali fuochi artificiali): prima del XI secolo d.C. non si hanno notizie di un uso bellico di questi oggetti. Tale uso precede comunque l'uso di pistole, cannoni e fucili in guerra poiché la pressione sulle pareti del tubo del razzo è di molto inferiore a quella che si riscontra in una pistola: se nella seconda la canna deve sostenere la pressione dei gas esplosi dal propellente, in un razzo tale pressione è di molto inferiore poiché viene prodotta dal proietto stesso. Questo fa sì che per riuscire a utilizzare un razzo è richiesta una conoscenza dei materiali meno sviluppata, poiché si possono prendere anche tubi di restistenza inferiore a quella richiesta da un cannone.

Ritornando in Europa, il primo passo avanti nell'uso delle armi da fuoco si ha intorno al 1250, nel momento in cui (probabilmente in Germania) vennero trovate le giuste proporzioni tra i componenti di quella che sarebbe diventata la polvere nera. Tali componenti erano solitamente salnitro, carbone vegetale e zolfo (fonte), triturati in modo da formare una polvere esplosiva. Il potere dirompente di questa miscela è particolarmente ridotto e per questo intorno al 1890 venne sostituito da altri propellenti.

Andando avanti di qualche decennio (1331) , si possono trovare i primi esempi di cannoni nelle cronache, quindi dello sviluppo dello schioppo (la prima arma da fuoco portatile, 1364).
Bombarda

Da allora sino al 1500 circa le armi vennero innovate principalmente per quanto riguarda la loro forma e la modalità in cui si utilizzavano, fossero quelle portatili o montate su un qualche genere di affusto fissato.


Nel 1500 venne inventato l'innesco a ruota, un metodo per accendere le polveri sfruttando le scintille prodotte sfregando un'esca montata su una ruota attivata dal grilletto. Immediato successore dell'innesco a ruota fu l'acciarino snaphance, a sua volta perfezionato dall'acciarino a pietra focaia, che rimase in servizio fin quasi al 1800.
Acciarino a pietra focaia

Le prime cartucce piene di esplosivo (che risparmiavano all'utilizzatore il problema di ricaricare la canna di polvere in mezzo al combattimento) vennero introdotte dopo il 1799, anno in cui venne inventato il fulminato di mercurio.

Le prime armi da fuoco che utilizzavano questo tipo di caricamento furono probabilmente i revolver prodotti da Samuel Colt a partire dal 1835.

Da qui in poi le armi ad avancarica, per quanto fossero state perfezionate dai primi esempi realizzati ormai secoli prima, iniziano a cedere il passo alle armi a retrocarica, ovvero tutte le armi che ricaricano dal fondo della canna e non dalla volata. Già questo richiedeva livelli di precisione e innovazione notevoli per quanto riguarda la tecnica siderurgica, in quanto si richiedevano sistemi di chiusura sufficientemente resistenti da non far esplodere l'arma in mano all'utilizzatore. Inizialmente, però, tali sistemi non erano sufficienti per impedire la fuga di gas dalla camera di scoppio.

Particolare del fucile Dreyse
La prima arma di concezione veramente moderna fu il fucile ad ago brevettato da Nicholas Dreyse nel 1836. Tale fucile utilizzava un ago come percussore, che colpisce l'innesco nella cartuccia, impiegata in questo modo per la prima volta. Tale cartuccia era realizzata in carta e conteneva la carica di polvere, l'innesco e la pallottola: al momento dello sparo una molla attivata dal grilletto faceva scattare in avanti l'ago che, percuotendo l'innesco, faceva esplodere la carica per proiettare la pallottola fuori dalla canna. Tale sistema aveva però un grave difetto, che risiedeva nell'impossibilità di chiudere ermeticamente la camera con la carta.

Tale grave problema venne risolto già quell'anno con l'invenzione da parte di Lefaucheux di un bossolo perfezionato in metallo che, dilatandosi con lo scoppio, bloccava ermeticamente la camera impedendo la fuga dei gas. Sebbene la tecnologia fosse stata sviluppata già nel 1836, la produzione in massa delle cosiddette cartucce a spillo Lefaucheux iniziò solamente nel 1850 da parte del figlio dell'inventore.

Nel 1849 venne inventata quella che sarebbe diventata la cartuccia da .22 utilizzata nei revolver, che differiva da quella dei fucili nella mancanza di un bossolo: la palla era fissata all'innesco, che risultava essere l'unico propellente.

Il successivo passo nell'evoluzione delle cartucce si raggiunse con l'introduzione delle cartucce completamente metalliche a percussione centrale, il primo esempio delle quali si può trovare nel .577 commercializzato nel 1855 dal britannico Edouard M. Boxer.

Intorno al 1860-70 si contano sempre più innovazioni dal punto di vista della cartuccia e della forma della camera di scoppio, giungendo al 1870 con i primi fucili da caccia hammerless, ovvero con il cane esterno rimosso in favore di uno interno alla canna. 

Mitragliatrice modello Gatling
Nel 1862 viene inventata la mitragliatrice Gatling, che utilizzava un fascio di una decina di canne collegate a un tamburo fatto ruotare dall'utilizzatore e caricate mediante un cilindro posto al di sopra del tamburo. La Gatling risulta essere la prima vera mitragliatrice e l'immagine di un'arma a canne rotanti è stata resa famosa in vari film e videogiochi.



Avvicinandosi alla fine del secolo si hanno sempre maggiori perfezionamenti per quello che riguarda l'otturazione delle canne e la rigatura delle stesse: di questo periodo è il fucile italiano Carcano mod.1891, che verrà utilizzato tra l'altro durante il Secondo Conflitto Mondiale. Tutti i fucili prodotti in questo periodo sono caratterizzati dallo stesso metodo di caricamento, detto bolt-action: l'utilizzatore per sparare doveva azionare l'otturatore manualmente mediante un manubrio in modo da prelevare una cartuccia dal caricatore, quindi doveva spingerla in canna chiudendo al contempo l'otturatore per sparare e ripetere la procedura con il colpo successivo. Sempre in questo periodo viene sviluppata la forma "spitzer" nei proiettili, volta a ridurne l'impatto aerodinamico.

Questo metodo comportava un notevole tempo di esecuzione e con l'avvento del Novecento numerosi armaioli stavano studiando metodi che permettessero il caricamento automatico di una cartuccia in canna, senza bisogno di intervento da parte dell'utilizzatore. Il risultato si trovò nelle mitragliatrici Hotchkiss e Maxim, utilizzate massicciamente nelle trincee della Grande Guerra, anche se si stavano già diffondendo alcuni esempi di pistole e fucili con questo genere di alimentazione.

Thompson M1928
Intorno al 1918 iniziò lo sviluppo del Tommy Gun (ufficialmente noto come Thompson M1), la pistola mitragliatrice resa famosa dai film di gangster americani poiché venne utilizzata molto durante il periodo Protezionistico. Tale arma è importante sia per il suo effettivo uso durante la successiva Guerra, sia perché risulta essere una delle prime armi categorizzate come submachine guns, ovvero armi automatiche sufficientemente leggere da venire portate a mano da un solo soldato.

In seguito alla Prima Guerra Mondiale la maggior parte degli sforzi venne indirizzata verso un perfezionamento delle armi in quanto tali, senza presentare notevoli innovazioni per quello che riguarda la tecnica che "sta sotto". Sono comunque da segnalare la diffusione dei fucili semiautomatici, che risultavano essere l'applicazione di una tecnica adoperata fino ad allora solo sulle pistole. In questo gli USA si dimostrarono all'avanguardia con il Garand M1, che venne poi copiato in vari modi da tutte le altre forze in guerra.

Sturmgewehr 44 (Stg. 44)
Immediatamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale si ha l'introduzione dei fucili d'assalto, ovvero armi con la capacità di colpire sulla distanza di un fucile (o di poco inferiore) e con la letalità a corto raggio delle pistole mitragliatrici: questa classe di armi, che viene solitamente fatta risalire all'MP44 (o Stg 44) tedesco in quanto risulta essere effettivamente la prima arma completamente automatica affidabile anche sulla distanza. Da questo modello verrà poi sviluppata l'arma che più ha influenzato l'immagine delle armi da fuoco nel collettivo, anche perché è l'arma più prodotta e diffusa nel mondo. Quest'arma è ovviamente il Kalashnikov, o AK47: progettato nel 1947 ha poi conosciuto una diffusione enorme nel mondo grazie alle sue caratteristiche di affidabilità e basso costo. Da qui in poi, non ci sono innovazioni o modelli tali da essere considerate "pietre miliari".


Con questo termino questa (lunga) cronologia delle armi da fuoco portatili. A breve pubblicherò anche una versione più schematica e stringata dello stesso argomento, riportando solo gli eventi e le date più importanti.

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