lunedì 13 maggio 2013

La prima pistola stampata in 3d

Fonte: http://www.bbc.co.uk/news/science-environment-22421185
13-05-2013

Con la diffusione delle stampanti 3d, ovvero stampanti in grado di plasmare un particolare tipo di plastica secondo progetti ben definiti al computer dall'utente, era solo questione di tempo prima che si potesse effettivamente trovare un'arma realizzata con questo metodo. 

I progetti sono stati realizzati da una "società" chiamata Defense Distributed; tale società intende già diffondere le misure in rete, in modo tale che chiunque sia in possesso di una stampante 3d in grado di realizzare tale progetto sia in grado di procurarsi un'arma da fuoco funzionante in casa.

Questa idea viene spiegata dal frontman del gruppo, Cody Wilson, come una risposta alla continua richiesta di armi da parte del pubblico americano. Tale richiesta viene però anche da altre parti del mondo, e si teme che la diffusione di tali blueprint possa aumentare la diffusione di armi anche nel mondo criminale e senza regolazioni. 


Una caratteristica ancora più preoccupante di un'arma costruita  mediante una 3d printer è la sua pressochè totale invisibilità a ogni scansione di sicurezza: contenendo solo una parte metallica (il percussore), tale arma risulterebbe impossibile da rilevare per un metal detector, esponendo a rischi di vario genere tutti quegli ambienti ad alta tensione, quali scali aeroportuali e luoghi pubblici di una certa importanza.

Se la diffusione di una simile tecnologia può risultare preoccupante, bisogna comunque considerare che il prezzo della stampante si aggira attorno agli 8000$, cosa che rende il procurarsi un'arma tradizionale più economico e facile di questa tecnologia. 

Tale fatto dovrebbe comunque far riflettere, in quanto il potersi fabbricare un'arma in casa è comunque un argomento di una certa importanza: se può soddisfare il bisogno di sicurezza personale del "costruttore", si deve anche considerare la totale mancanza di controllo sul prodotto finito, che risultarebbe essere un'arma da fuoco perfettamente funzionante e completamente invisibile. 

 Per quanto mi riguarda, non trovo che una diffusione della prassi sia da augurarsi, soprattutto visto l'ambito(gli Stati Uniti, nazione con una delle maggiori percentuali di armi pro capite nel mondo). In ogni caso, il costo, per ora proibitivo, delle stampanti e le polemiche che l'idea ha provocato dovrebbero rallentare la diffusione di una simile idea nel mercato comune. 

Nessun commento:

Posta un commento